Basta guerra a Gaza: operatori sanitari allo stremo tra fame e bombardamenti
- 2 ago
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La fame è diventata un’arma. E i primi a crollare, paradossalmente, sono proprio coloro che dovrebbero curare.
Gli operatori sanitari a Gaza, gli ultimi rimasti a soccorrere vite sotto le macerie, oggi sopravvivono con un solo pasto al giorno. Non per scelta. Ma perché non c’è più nulla.Niente da acquistare. Niente da distribuire. Niente da salvare.Solo fame. Fame che corrode, che fiacca le braccia, che svuota lo stomaco e i frigoriferi, che trasforma i medici in pazienti e gli ospedali in obitori.
Nel silenzio imbarazzante della comunità internazionale, l’assedio continua. I numeri sono agghiaccianti:
Oltre 45.000 morti,
più di 15.000 erano bambini,
oltre 98.000 feriti, e centinaia di migliaia di vite spezzate, famiglie distrutte, futuri annientati.
Ogni giorno in più è un’infanzia in meno. Ogni ora è un’altra madre che stringe un lenzuolo vuoto. Ogni minuto di silenzio è complicità. E noi, come Operatori Sanitari nel Mondo, lanciamo un appello urgente: basta usare la fame come arma. Basta bombe. Basta guerra. Non c'è più tempo per gli appelli diplomatici o i comunicati vaghi. Chiediamo con forza il cessate il fuoco immediato. Chiediamo corridoi umanitari veri, continui, protetti. Chiediamo pressione politica, visibilità mediatica, mobilitazione popolare. Perché non si può parlare di pace con la bocca piena mentre i bambini a Gaza muoiono di fame e di paura. Perché chi cura ha bisogno di essere curato.Perché la dignità umana non ha confini, né religioni, né bandiere. Fermiamo la guerra. Ora.Non per ideologia.Non per schieramento. Ma per la vita.Per la nostra umanità.Perché chi resta in silenzio oggi sarà giudicato domani.







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